L’obesità può derivare semplicemente da scelte alimentari sbagliate o dalla mancanza di esercizio fisico. Ma le cose non stanno sempre così e per non rischiare di banalizzare un problema complesso bisogna sempre considerare l’individuo nella sua totalità. Ci sono delle cause dell’obesità che vanno ricercate al di fuori del mero bilancio energetico e che non sono controllabili dalla persona stessa. Tra i vari fattori che possono concorrere a determinare l’obesità troviamo: l’epigenetica prenatale, la nascita e l’allattamento, gli ormoni, i farmaci e alcune condizioni cliniche.
1) Fattori epigenetici prenatali:
Un numero di studi epidemiologici e osservazioni cliniche insieme ad una ampia serie di studi su modelli animali ha chiaramente evidenziato l’importanza dell’ambiente nelle prime fasi della vita nel programmare molti aspetti della fisiologia e del comportamento, tra i quali il metabolismo, il mantenimento del peso corporeo e la regolazione dell’energia. I componenti della dieta della madre possono modificare il genoma del feto già nell’utero, influenzando i comportamenti alimentari e la composizione corporea del nascituro (1). La partita della salute si gioca dunque in gran parte quando il feto è ancora nell’utero materno.
2) Nascita ed allattamento
Sebbene la causa non sia nota, sembra che i neonati tramite parto cesareo siano più suscettibili all’obesità da adulti (2). Una corretta flora intestinale può giocare senza dubbio un ruolo importante nell’influenzare i depositi di grasso corporeo nelle fasi successive della vita. Basti pensare che un bambino nato tramite parto naturale è inizialmente colonizzato da batteri fecali e vaginali della madre, come natura vuole, mentre chi nasce con parto cesareo è esposto inizialmente ai batteri dell’ospedale e dei sanitari che compiono l’operazione. Questo è vero pure per i neonati allattati con latte artificiale che tendono a pesare di più rispetto a quelli allattati al seno (3). Ciò non sorprende, visto che il latte umano materno è il miglior alimento per far crescere il “cucciolo” uomo, mentre il latte di vacca ha una composizione chimica e la presenza di fattori di crescita necessari alla sviluppo del vitello.
3) Ormoni
Il senso di fame e sazietà sono controllati da complessi circuiti ormonali del sistema nervoso centrale. Inoltre, i segnali coinvolti nella regolazione dell’appetito derivano dall’apparato digerente e dal tessuto adiposo che mandano informazioni a specifiche aree cerebrali. Le persone obese hanno spesso problemi che riguardano gli ormoni responsabili del controllo della fame, quindi hanno un alterato comportamento alimentare e tendono a mangiare di più del necessario. Ad esempio, la leptina è un ormone secreto dagli adipociti ed è considerata un inibitore dell’appetito. Essa cioè regola la quantità di calorie che assumiamo e quelle che spendiamo, tenendo sotto controllo i depositi di grasso corporeo. I soggetti obesi tendono ad avere una resistenza alla leptina, quindi anche se il loro corpo produce tale ormone, il loro cervello non la riconosce (4). Di conseguenza, quando il sistema nervoso centrale non riceve il segnale della leptina pensa erroneamente che c’è necessità di cibo. Aumenta la fame ed il dispendio energetico è ridotto.
4) Farmaci e condizioni cliniche
Alcuni farmaci hanno come effetto secondario quello di incrementare il peso corporeo. Tra questi troviamo: alcuni antidiabetici (es. i tiazolidinedioni come pioglitazone e rosiglitazone), alcuni antipsicotici (es. quelli atipici tipo olanzapina e risperidone), alcuni antidepressivi (tra cui alcuni inibitori del reuptake della serotonina o SSRI) e alcuni antiepilettici (es. valproato, gabapentin e carbamazepina) (5). Inoltre, condizioni cliniche come l’ipotiroidismo possono predisporre all’aumento di peso.
In conclusione, l’obesità va affrontata come un problema complesso, con implicazioni sia fisiologiche che psicologiche. In molti casi non si tratta di un semplice problema di golosità o di mancanza di forza di volontà.
1) Chango A., Pogribny I.P. Considering maternal dietary modulators for epigenetic regulation and programming of the fetal epigenome. Nutrients. 2015;7:2748–2770
2) Blustein J et al. Association of caesarean delivery with child adiposity from age 6 weeks to 15 years. Int J Obes (Lond). 2013 Jul;37(7)
3) Yan J et al. The association between breastfeeding and childhood obesity: a meta-analysis. BMC Public Health. 2014 Dec 13;14:1267.
4) Considine RV et al. Serum immunoreactive-leptin concentrations in normal-weight and obese humans. N Engl J Med. 1996 Feb 1;334(5):292-5.
5) Ness-Abramof R. Drug-induced weight gain. Drugs Today (Barc). 2005 Aug;41(8):547-55.