Esiste un grande interesse sui cibi a base soia, ed alcuni ne esaltano le proprietà di prevenzione tumorale, ma anche di supporto dei sintomi della menopausa e di riduzione dei rischi cardiovascolari.
Ma le cose stanno davvero così?
Come al solito, è bene ragionare sulla letteratura scientifica, ponendo cautela nell’interpretare i risultati a causa di fattori confondenti o di interessi commerciali che influenzano gli studi epidemiologici.
La soia è un legume da cui si ricavano una varietà di cibi con tecniche di lavorazione diverse: il tofu, il “latte” ed i prodotti fermentati come il miso, il tempeh, lo yogurt e la salsa di soia. Essa è conosciuta per il suo elevato contenuto in isoflavoni, che funzionano come fitoestrogeni, cioè composti vegetali che strutturalmente e/o funzionalmente assomigliano agli estrogeni presenti nel corpo umano. Quest’ultimi sono caratteristici delle donne (ma sono presenti in minore quantità anche negli uomini) e giocano un ruolo predominante nello sviluppo sessuale e nei cicli riproduttivi. Gli isoflavoni della soia sono costituiti dalla genisteina (60%), dalla daidzeina (30%) e dalla gliciteina (10%). La genisteina e la daidzeina hanno una struttura simile all’estradiolo, quindi sono capaci di legarsi ai recettori degli estrogeni, sebbene con una minore affinità rispetto agli estrogeni stessi (1).
I ridotti tassi di mortalità per cancro al seno tipici dei paesi asiatici insieme ai potenziali effetti antiestrogenici dei suoi isoflavoni hanno portato alla speculazione che la soia ed i suoi derivati riducano il rischio di cancro. In realtà, i risultati degli studi effettuati sono contraddittori e non danno una risposta definitiva : alcuni studi osservazionali (come tali poco affidabili dal punto di vista epidemiologico) hanno mostrato una correlazione positiva tra consumo di soia e ridotto rischio tumorale (2), mentre altri studi su animali suggeriscono che in realtà gli isoflavoni della soia possono causare il cancro al seno (3). In uno studio su umani, 48 donne furono divise in due gruppi. Ad un gruppo venne assegnata una dieta normale, ad un altro gruppo fu aggiunta la soia; dopo soli 14 giorni il gruppo con soia aveva avuto incrementi significativi della proliferazione delle cellule epiteliali del seno, quelle cioè che subiscono la trasformazione cancerosa (4).
Il momento in cui viene assunta la soia può fare la differenza. Uno studio condotto su donne di Shanghai, ad esempio, ha trovato che coloro che avevano avuto il maggior consumo di soia in età adolescenziale avevano circa il 60% in meno di rischio di tumore al seno prima della menopausa rispetto alle altre che avevano avuto il minor consumo del legume (5).
Per quanto riguarda le vampate ed altri sintomi che spesso accompagnano la menopausa, se teoricamente gli isoflavoni della soia possono dare uno stimolo estrogenico in un periodo della vita della donna in cui gli estrogeni fisiologicamente calano, nella pratica alcuni studi clinici controllati non hanno riscontrato benefici (6,7). Una delle principali società mediche americane, dopo la verifica di tutta una serie di studi, ha concluso che è improbabile che gli isoflavoni di soia abbiano un’ attività estrogenica tale da esercitare un impatto significativo sui sintomi della menopausa (8). Questa resta comunque un’area di ricerca controversa, e saranno necessari più studi per fare maggiore chiarezza.
La soia è stata ampiamente studiata anche per i suoi effetti sul colesterolo; alcuni studi affermano che le proteine di soia effettivamente abbassano i livelli di colesterolo totale e LDL (9,10), sebbene altri studi non confermano questo (11). La più grande società cardiologica americana ha affermato che la soia ha un effetto minimo sul rischio cardiovascolare, in quanto l’assunzione di elevate quantità di proteine della soia (50 g) abbassano i livelli di colesterolo solamente del 3% (8).
Riman¬gono inoltre i sospetti sulla natura OGM di molta soia in commercio. Per que¬sto è bene essere prudenti nel suo consumo, dando invece la priorità nella dieta ai legumi della nostra tradizione.
1) Soybean isoflavones: effect of environment and variety on composition. Eldridge AC, Kwolek WF J Agric Food Chem. 1983; 31(2): 394- 396
2) Meta-analysis of soy intake and breast cancer risk. Trock, B.J., L. Hilakivi-Clarke, and R. Clarke. J Natl Cancer Inst, 2006. 98(7): p. 459-71.
3) Soy diets containing varying amounts of genistein stimulate growth of estrogen-dependent (MCF-7) tumors in a dose-dependent manner. Allred, C.D., et al. Cancer Res, 2001. 61(13): p. 5045-50.
4) Effects of soy-protein supplementation on epithelial proliferation in the histologically normal human breast. Danielle F McMichael-Phillips et al. Am J Clin Nutr December 1998 vol. 68 no. 6 1431S-1435S
5) Lee, S.A., et al., Adolescent and adult soy food intake and breast cancer risk: results from the Shanghai Women’s Health Study. Lee, S.A., et al. Am J Clin Nutr, 2009. 89(6): p. 1920-6.
6) Phytoestrogens for treatment of menopausal symptoms: a systematic review. Krebs, E.E., et al. Obstet Gynecol, 2004. 104(4): p. 824-36.
7) Complementary and alternative medicine for menopausal symptoms: a review of randomized, controlled trials. Kronenberg, F. and A. Fugh-Berman . Ann Intern Med, 2002. 137(10): p. 805-13.
8) Soy protein, isoflavones, and cardiovascular health: an American Heart Association Science Advisory for professionals from the Nutrition Committee. Sacks, F.M., et al. Circulation, 2006. 113(7): p. 1034-44
9)Review of clinical studies on cholesterol-lowering response to soy protein. Carroll KK. J Am Diet Assoc. 1991 Jul;91(7):820-7
10) Meta-analysis of the effects of soy protein intake on serum lipids. Anderson JW, Johnstone BM, Cook-Newell ME. N Engl J Med. 1995 Aug 3;333(5):276-82.
11)Effect of soy protein from differently processed products on cardiovascular disease risk factors and vascular endothelial function in hypercholesterolemic subjects. Matthan NR, Jalbert SM, Ausman LM, Kuvin JT, Karas RH, Lichtenstein AH. Am J Clin Nutr. 2007 Apr;85(4):960-6.